venerdì 22 dicembre 2017

II C tur vs .... l'Ammoreee!!! :-)

II C tur Vs L'Ammore... 

Dopo due mesi passati a parlare di "lirica amorosa", questo é il nostro prodotto!
Speriamo vi diverta quanto è stato divertente per noi il realizzarlo...
Buone vacanze (con una sana dose d'ironia)!!! 😊











martedì 5 dicembre 2017


CANTASTORIE .... STORIE DI DONNE LIBERE

Sabato 25 novembre, alle ore 21.00, presso la biblioteca civica L. Mastronardi di Vigevano, si è svolto uno spettacolo in occasione della giornata contro la violenza sulle donne, intitolato “CantaStorie. Storie di ieri e di oggi. Storie di donne libere”, e tratto dal libro “Fiabe in rosso” di Lorenzo Naia e Roberta Rossetti .



La scenografia è abbastanza semplice: sullo sfondo ci sono tanti tipi di scarpe rosse (simbolo internazionale della lotta alla violenza di genere), e davanti  ci sono due sgabelli, un libro foderato di rosso, e un leggio con sopra dei fogli. In scena, soltanto un musicista (Daniele Soriani, n.d.r.).

Lo spettacolo inizia con una canzone suonata con la chitarra dall’uomo; nel frattempo entra  una donna vestita di rosso (Alessia Gennari, che è anche la regista dello spettacolo, n.d.r.), che inizia a cantare. Racconta tre fiabe, che sono i classici di “Cappuccetto rosso”, “Mignolina” e “Biancaneve e i sette nani”; però le storie vengono modificate nel finale, per far risaltare il ruolo della donna all’interno della fiaba, e far sì che si salvi da sola, senza un intervento maschile.

L’attrice alterna le tre fiabe ad altrettante storie di violenza alle donne realmente accadute, prese dalle cronache dei giornali, e a canzoni del cantautorato italiano (De André, Modena C.R. , ecc.) che hanno sempre per tema la Donna. Ad ogni cambio di storia, l’attrice indossa un paio di scarpe rosse differente. Lo spettacolo si conclude con l’uscita di scena dell’attrice mentre canta.

È stato molto interessante e ci ha fatto riflettere, sia per la particolarità delle fiabe cambiate, che per il racconto delle tre vicende purtroppo realmente accadute.

A cura di

MARTINA PANTALEO e
FEDERICA CARADONNA
I C TUR


mercoledì 15 novembre 2017

VISITA AZIENDALE ALLA ‘’TENUTA LA GHIAIA’’ DI SARZANA ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO V A AFM


Il giorno 24/10/2017 le classi quinte dell’istituto si sono recate a Sarzana in visita all’azienda vinicola ‘’Tenuta la Ghiaia’’. Dopo un viaggio di circa tre ore e mezza in pullman, ci siamo subito recati presso l’impresa agricola dove abbiamo assistito a una breve descrizione della produzione del vino. La “Tenuta la Ghiaia” è un’impresa piccola: essa,  infatti,  produce e vende (in Italia e all’estero) circa 50000 bottiglie di vino all’anno. Rappresenta, però,  una delle migliori aziende vitvinicole della zona soprattutto grazie alla grandezza delle sue vigne e dalla qualità dei vini prodotti. In primo piano emergono  vinificazioni classiche per vini bianchi e rossi consolidati e vinificazioni di ricerca: macerazioni fermentative di uve bianche (Vermentino), con l’uso esclusivo di lieviti indigeni, condotte sia in contenitori di acciaio inox sia  in giare di terracotta. L’azienda dispone inoltre, di un locale sotterraneo (barricaia) dove le condizioni di umidità e temperatura si prestano all’invecchiamento, non necessariamente svolto solo in contenitori di legno.
Dopo la visita alla cantina e la spiegazione circa la produzione dei vini, abbiamo preso parte ad una piccola degustazione di un vino della casa.

Nel pomeriggio, ci siamo recati nel cuore di Sarzana, in visita alla a Cattedrale, maestoso edificio, rivestito di marmo bianco, sulla cui sommità campeggia la statua di Papa Niccolò V, illustre cittadini sarzanese.

Abbiamo, inoltre, visitato il Museo diocesano, costituito per raccogliere e valorizzare il pregevole patrimonio artistico presente prevalentemente nel territorio della bassa Val di Magra, in quella che era l'antica diocesi di Luni divenuta poi diocesi di Luni-Sarzana.
Infine, a metà pomeriggio, siamo saliti sul pullman per tornare a Vigevano, stanchi per la lunga giornata, ma con una bottiglia di buon vino per le nostre famiglie!

Limiroli Valeria

5^ A AFM

L'ESPERIENZA DI ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO PRESSO LA TENUTA "LA GHIAIA" DELLA V A AFM


In data 24/10/2017, la classe V°A AFM, unitamente ad altre classi terminali, si è recata in visita aziendale presso la tenuta "La Ghiaia" di Sarzana.
Si tratta di un'azienda di piccole dimensioni, immersa nel verde, che cura in modo particolare la coltivazione dei vigneti, dalle cui uve vengono prodotti vini pregiati come il Vermentino, il San Giovese, il Malvasia dal prezzo leggermente superiore alla media, ma di assoluta qualita'.
Questi vini non sono messi in commercio tramite la grande distribuzione, ma si possono acquistare direttamente presso la tenuta oppure presso rivenditori specializzati (per lo più enoteche).
La tenuta e’ stata ristrutturata nei tempi, mantenendo comunque l'impostazione architettonica originaria.
I vigneti sono coltivati in regime biologico e si estendono per circa cinque ettari.
La tenuta si presta ad essere utilizzata per eventi importanti, come i matrimoni, e dispone di una serie di eleganti alloggi per chi volesse trascorrere qualche giorno all'insegna del relax e della buona cucina tradizionale.
I ragguagli sul meccanismo di produzione del vino sono stati interessanti, ma la parte piu' gradita e' stata la degustazione del prodotto finito.
Abbiamo verificato personalmente che la qualita' del vino fosse degna della sua fama, la nostra recensione e' sicuramente positiva.
Inoltre abbiamo fatto conoscenza con uno speciale abitante della tenuta: un asinello molto simpatico a cui piacciono le coccole e la compagnia.
La giornata che ci ha anche visti in visita al centro storico di Sarzana (Cattedrale e Museo diocesano) e' stata un piacevole momento per stare tutti insieme in modo spensierato e simpatico, anche il viaggio in pullman non ci e' pesato, insomma una bella giornata con brindisi finale!

Resegotti Filippo






lunedì 16 ottobre 2017

The MICAM (Sfilata)



Ore 12:30       INIZIO SFILATA



Giornata al The MICAM:


Eccoci,abbiamo partecipato alla sfilata Primavera/Estate 2018 delle nuove tendenze calzatura e moda.
Questa nuova collezione ispirata al famoso poema di Dante Alighieri,in particolare "l'Inferno",ci ha presentato i nuovi stili adottati dai più famosi marchi di tutto il mondo sul tema della Seduzione e della Vanità.

Sandali eleganti,Trendy dai colori semplici e chiari.Sneakers comodi adatte ad ogni occasione,sportive,tutto unito ad un abbigliamento classico ma Fashion.
Con una durata di 25 minuti circa,questa collezione ha stupito tutti i suoi spettatori e ha ispirato tutti i ricercatori di nuove tendenze.

Noi,ancora non adetti ai lavori,eravamo emozionatissimi ad essere lì.
Ci è sembrato di vivere in un sogno,circondati da luci,immagini in movimento,flash dei fotografi e una musica tanto assordante quanto coinvolgente che per un momento ci ha fatto credere di  essere dei veri stilisti!
Il sogno diventerà realtà alla fine della 5° superiore
!
                                             

                                                                                         3A MODA
                                   Gruppo:
                        Greta
                          Giorgia
                        Erica

                          Giacomo

INTERVISTA A DUE VISITATORI DEL MICAM




G.: Vi è piaciuta la giornata al “MICAM”?
I.: Si perché è stato molto costruttivo e coinvolgente.
G.: Cosa vi ha colpito di più al “MICAM” ?
I.: Ci ha colpito lo stand “Barracuda”, dove alcuni stilisti emergenti personalizzavano le scarpe degli ospiti con un pennarello e ci è piaciuta molto l’esposizione degli stand Gucci, Prada, Fendy, Armani, e Dolce Gabbana.
G.: Ci sono degli stand in cui hai visto delle scarpe che vorresti riproporre in una tua collezione futura?
I.: Si, ad esempio delle scarpe con il pelo, siamo rimasti colpiti anche delle scarpe di Gucci che erano presentate su un tavolo rotondo con le luci puntate.
G.: Cosa ne pensate del concorso con l’Asia?
I.: Molto bello, ma noi non saremmo riusciti a creare dei modelli del genere.
G.: Vi è piaciuto lo strumento tecnologico che raffigurava esattamente i piedi e riproduceva qualsiasi scarpa?
I.: Si, è stato interessante perché non avevamo mai visto uno strumento del genere.
G.: Vorreste visitare nuovamente il “MICAM”?
I.: Si, perché si riescono a vedere molti stand differenti, vengono in mente molte idee da cui prendere spunto in futuro per cominciare a lavorare attivamente nel modo della calzatura.

Giornalisti: Scarpetta Arianna e Torchia Alessia

Intervistati: Marchesi Alessia e Piccolini Giulia

venerdì 2 giugno 2017


DENTRO AL TEATRO:INTERVISTA DOPPIA A CURA DI DUE STUDENTESSE/ATTRICI DI “CUSTODI DI MEMORIA”

Di Lucrezia Dhiei Nguessan e Francesca Silvestri, IIC tur


Francesca intervista Lucrezia

F. – CHE COSA TI HA PORTATO A VOLER FARE TEATRO?

L. – Sono una ragazza costantemente attiva, a cui piace fare sempre nuove cose e vivere esperienze.

F. – QUALI EMOZIONI HAI PROVATO DURANTE LO SPETTACOLO?

L. – Ho provato un mix di emozioni, miscelate come in un drink: ansia, gioia, paura, ma, sopra tutto, spruzzavo gioia da tutti i miei pori; ero carica di adrenalina!

F. – PENSI DI AVER STRETTO AMICIZIE VERE, FACENDO TEATRO?

L. -  Certamente! Ho trovato persone VERE, capaci di mostrarsi per quello che sono, e ho stretto diverse amicizie.

F. – SE NE AVESSI L’OPPORTUNITÁ, RIFARESTI QUESTA ESPERIENZA?

L. – Ovviamente! Perché “non si finisce mai d’imparare”.

F.  - C’È QUALCOSA CHE RICORDERAI PER SEMPRE?

L. – Sì. Che la vita non si limita ad “arrivare a fine giornata”; che ci sono dei doveri; che bisogna imparare ad ESSERE o a NON ESSERE.

F. – CONSIGLIERESTI A QUALCUNO DI FARE TEATRO PER “SCOPRIRE SE STESSO”?

L. – Sì, a chiunque abbia voglia di essere onesto con se stesso, e voglia imparare a valorizzarsi per ciò che è veramente.

F. – AVEVATE UNO SLOGAN NEL VOSTRO GRUPPO?

L. – “Paura del male” (suggerito da Francesca)

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Lucrezia intervista Francesca

L. – CHE EMOZIONI HAI PROVATO DURANTE LO SPETTACOLO?

F. – Ho provato orgoglio per me stessa, perché non credevo di esserne capace; ho provato ansia, perché temevo di “rovinare” lo spettacolo... Alla fine ho provato un po’ di tristezza perché mi mancheranno i compagni di questo laboratorio e il regista (Corrado Gambi n.d.r.)

L. – DURANTE IL LABORATORIO ABBIAMO PARLATO DI TEMI COME LA “SCELTA” E “L’APPROCCIO AGLI ALTRI”; COME TI SEI SENTITA, E COSA HAI PENSATO IN MERITO?

F. – All’inizio mi sentivo un po’ “invasa”, perché sono molto timida e tendo a scappare un po’ dalla società. Sentivo rabbia perché non volevo che nessuno sapesse cose su di me, e ho pensato anche di abbandonare; dopo alcune lezioni ho però capito che ciò mi aiutava ad essere meno timida.

L. – COME TI SENTIVI 5 MINUTI PRIMA DI ANDARE IN SCENA?

F. – Sentivo di non potercela fare. Non mi sentivo pronta; sentivo di aver scordato le mie battute. Ovviamente tutti questi sentimenti sono stati sostituiti dalla gioia di averlo fatto!

L. – COME MAI HAI VOLUTO PARTECIPARE A QUESTO PROGETTO?

F. – In realtà non volevo! È stata Lucrezia a farmi andare la prima volta, dicendomi che tanto avrei potuto evitare di fare lo spettacolo. Ci sono andata, e dopo alcune lezioni ho chiesto al regista se fosse obbligatorio partecipare allo spettacolo... Poi mi avete vista in scena, quindi la risposta la conoscete da voi! J

L. – FARE TEATRO HA IN QUALCHE MODO INFLUITO SULLA TUA PERSONALITÁ?

F. – Certamente! Ho scoperto di essere più coraggiosa di quanto pensassi, e ho scoperto di volerlo fare ancora, perché mi sono sentita veramente IO, e questo non succede spesso.


giovedì 1 giugno 2017

2 A TUR e 2 C TUR al MusiCasale 3.0


Progetto "Conosco il bullo", I A TUR.




Non è grande chi ha bisogno di farti sentire piccolo (anonimo).

È facile diventare la preda di un bullo, bastano un paio di occhiali, oppure l’apparecchio ai denti, qualche chilo in più, o dichiararsi gay o lesbica. Dico sempre che nasciamo liberi e senza pregiudizi fino all’età della pubertà. Poi, per il resto della nostra vita, cerchiamo di curare le ferite che ci siamo procurati in quel periodo.
(Conchita Wurst).

mercoledì 19 aprile 2017

Sofia Mehmood                                                                                                         1C AFM

Consigli per la lettura de "I delitti della Rue Morgue".


Ciao, mi chiamo Sofia e voglio consigliare la lettura di un libro, “I delitti della Rue Morgue” di Edgar Allen Poe, tratto da “I racconti del mistero”, edito da Crescere editori, 2016. Personalmente l'ho trovato molto stimolante come racconto, l'autore ha creato una storia che contiene vari elementi in comune con vari generi narrativi: il giallo e l'horror. Il  protagonista, Dupin, è una specie di antieroe, un personaggio comune, ma dotato di una intelligenza eccezionale, accompagnato dal suo giovane amico, che narra la storia in prima persona. Tutto ha inizio in una notte del 1841, in un appartamento al quarto piano di un vecchio stabile in Rue Morgue, dove vengono orrendamente assassinate l'anziana madame l'Espanaye e sua figlia Camille. La porta è chiusa dall'interno e i soccorritori, richiamati dalle urla delle vittime e del loro assassino, devono sfondarla per entrare. La polizia, a questo punto, non sa che pesci prendere, la porta e le finestre dell'appartamento sono state trovate ermeticamente chiuse e i vicini hanno udito, insieme alle urla delle due povere vittime, le imprecazioni dell'assassino proferite in una strana lingua, che nessuno ha potuto riconoscere.Il messaggio che ho inteso nel racconto è che ciò che accade nel mondo reale, per quanto orribile e strano possa sembrare al pubblico, è comunque verificabile, tangibile, estremamente umano e appartenente al corso naturale delle cose. Personalmente non ho letto volontariamente questo racconto, ma sono stata "obbligata" da una pausa didattica, ma devo ammettere che è stata una bellissima esperienza. Mi sono appassionata molto alla storia e, man mano che leggevo, il racconto mi piaceva sempre di più. Trovo che questa storia sia molto piacevole e intrigante e ne consiglio la lettura a tutti. 
Jacopo Festari                                                                                                                         1C AFM
            
                                            Consigli per la lettura: Una discesa nel Maelstrom.

Mi chiamo Jacopo, ho 14 anni, frequento la prima classe, sezione C AFM, dell’Istituto Casale. Mi sono appassionato alla lettura già da un po’ e, ho approfittato di un periodo di pausa didattica per leggere due racconti di Edgar Allan Poe, proposti dal mio docente di lettere:  “La discesa del Maelstrom” e “Il mistero di Marie Roget”, tratti da “I Racconti del mistero”, Crescere Edizioni, 2016. Il racconto è in terza persona, con un narratore esterno onnisciente. Il protagonista è il marinaio che affronta la tempesta; l’antagonista è la natura vista nel suo aspetto più brutale e violento.
Il primo racconto, “Una discesa nel Maelstrom”, narra la vicenda di tre marinai che si imbattono in un’improvvisa tempesta nel mare della Norvegia. La barca viene così sbattuta dai flutti del mare in tempesta e trascinata da fortissime correnti verso il centro di un enorme mulinello, in quella zona, il vortice è conosciuto dai marinai come un fenomeno naturale a cui l’uomo non può sfuggire. Una volta che, per malaugurata sorte, ci si ritrova imprigionati nel gorgo, il proprio destino è segnato. Poe ci narra una storia mozzafiato, e spiega che il vortice, ruotando velocemente, imprigiona le barche in un abisso senza fine, che sbuca al centro della terra. Tutti i marinai vengono risucchiati dal vortice tranne il protagonista della vicenda, il quale riesce a sopravvivere miracolosamente aggrappandosi ad un barile di legno vuoto che gli permette di galleggiare. Questa tragica ed orribile esperienza cambia per sempre la vita del protagonista che subisce una vera e propria trasformazione fisiologica, quasi un invecchiamento precoce.
Consiglio a tutti di leggere questo breve racconto, perché è avvincente, scritto in modo semplice e chiaro, e la storia è molto interessante. Poe unisce il gusto dell’avventura al senso del mistero. Insomma, questo è un racconto per chi è appassionato di libri d’avventura.  


                                     Consigli per la lettura: Il mistero di Marie Roget




Il secondo dei racconti che ho letto recentemente si intitola “Il mistero di Marie Roget” scritto da Edgar Allan Poe. Poe ispirandosi ad un fatto di cronaca nera accaduto a New York, in cui vittima fu la bella Mary Cecilia Rogers, ambienta a Parigi una storia parallela in cui una ragazza di nome Marie viene trovata morta una mattina. L’autore, impersonando il noto Auguste Dupin, basandosi esclusivamente sulle notizie trovate sui giornali dell'epoca, tenta di risolvere l'omicidio in un racconto costituito soltanto da un unico lungo dialogo tra due interlocutori.  Marie Roget è una fanciulla molto nota per la sua bellezza che un giorno scompare per poi ricomparire diverso tempo dopo, giustificandosi dicendo di essere andata a trovare alcuni parenti. Ma quando scompare nuovamente in molti sentono che qualcosa non quadra e, infatti, una mattina viene trovato un cadavere di una ragazza. Alcuni giorni dopo il ritrovamento del cadavere della fanciulla, un gruppo di ragazzini, mentre sta giocando nel bosco sulle rive del fiume, trova casualmente alcuni indumenti femminili, adagiati sopra due grandi pietre; si tratta di una sciarpa di seta, un parasole, dei guanti, un fazzoletto. Sul fazzoletto è ricamato un nome: Maria Roget. A questo punto ci si chiede se i due casi sono forse collegati, e se il corpo ritrovato è proprio quello di Maria. La polizia brancola nel buio e non viene a capo di nulla. All’inizio sembra un caso di semplice risoluzione, in realtà si rivelerà un caso di omicidio molto complesso. Questo racconto ha stimolato la mia curiosità, perché è ricco di mistero e di suspance, tanto che ho cercato di capire, attraverso gli indizi, chi fosse l’assassino. Penso che questo breve racconto abbia tutte le carte in regola per appassionare e divertire anche coloro che non si sono ancora avvicinati al genere poliziesco.    

giovedì 13 aprile 2017

Primo posto al VI Memorial "Andrea Curione"

La nostra squadra di calcio si aggiudica la vittoria del VI Memorial "Andrea Curione" grazie ad una doppietta di Samuel Ragusa.
Complimenti a tutti i giocatori!


Italia-Francia

Il "Casale" a Chateau Thierry per un'esperienza di gemellaggio fra scuole.


Alcuni scatti durante la presentazione del nostro territorio agli studenti francesi.





Complimenti a Eva Favron!





Complimenti alla studentessa Eva Favron della classe 4 A AFM assegnataria della borsa di studio "Lucia Zanetti" da parte di  Soroptimist International .

Fa' la cosa giusta!


La 5A RIM a Milano all'evento "Fa' la cosa giusta!"

domenica 12 marzo 2017

Consigli di lettura dalla II A TUR


"Colpa delle stelle"

Uno dei libri che mi ha colpito in modo particolare è stato "Colpa delle stelle" scritto da John Green.

Narra la storia drammatica e sentimentale di due ragazzi, Hazel Grace e Augustus , entrambi nati ad Indianapolis.

I due si incontrano in un gruppo di sostegno per persone affette da cancro dove ci si può aprire liberamente, raccontando le proprie storie ed esperienze, i propri sogni e le proprie passioni.

E’ amore a prima vista!

Hazel e Gus (soprannome datole dalla ragazza ) si continuano a frequentare, scambiandosi confidenze e obiettivi che loro stessi si propongono di raggiungere in futuro.

Hazel arriva a confessare a Gus che il suo più grande desiderio è quello di andare ad Amsterdam per conoscere il suo autore preferito, Peter Van Houten.

Con la collaborazione dei genitori di Hazel, Gus organizza quindi un viaggio per realizzare il sogno di lei.

Ma questa esperienza non ha il successo sperato dai ragazzi, a causa dell'atteggiamento sgarbato dello scrittore.

Non tutto però è vano, infatti la segretaria dello stesso scrittore, per alleviare la delusione di Hazel, decide di portarli a visitare la casa di Anna Frank.

Tornati ad Indianapolis però purtroppo il cancro di Gus peggiora sempre di più.

Il triste finale nasconde però una luce luminosa…quella delle stelle…a voi il piacere di svelarla.

Questa storia mi ha fatto capire quanto l’amore possa essere forte e superiore rispetto ad ogni ostacolo, anche quello della morte.

Il cancro purtroppo è una delle malattie più brutte ed ancora oggi non lo si riesce a sconfiggere del tutto.

Questo libro mi ha fatto rivivere emozioni forti e molto dolore dato che in passato le avevo già provate a causa della perdita di una persona a me molto cara…

Ho la certezza però che questa persona mi guardi e mi protegga da lassù. Quando penso a tutto ciò mi sento veramente giù di morale, perché è ingiusto il fatto che ti venga portato via qualcuno di così importante in un battito di ciglia…

La cosa positiva è che questa persona rimarrà per sempre nel mio cuore e quando mi verrà da piangere, mi basterà pensare a tutti i bei momenti passati insieme.

Questa storia penso sia una tra le più belle ed emozionanti che io abbia mai letto…dunque consiglio a tutti questa esperienza di lettura.

mercoledì 8 marzo 2017

Consigli di lettura al profumo di mimosa dalla II A TUR


IO SONO MALALA

 

Un libro che ho letto recentemente è stato “Io sono Malala”.

Valle dello Swat, Pakistan, 9 ottobre 2012.

La scuola è finta e Malala insieme alle sue compagne è sul bus che la riporta a casa. All’improvviso un uomo sale e spara tre proiettili, colpendola in pieno volto e lasciandola in fin di vita.

Malala ha appena quindici anni, ma per i talebani è colpevole di aver gridato al mondo il suo desiderio di leggere e scrivere perché sin da piccola è stata curiosa e con una gran voglia di imparare.

Per questo deve morire, perché in certi villaggi del Pakistan non è ancora concesso alle donne di leggere e scrivere.

Ma lei non muore: la sua guarigione miracolosa sarà l’inizio di un viaggio straordinario, dalla remota valle in cui è nata fino all’assemblea generale delle Nazioni Unite.

Questo libro è la storia vera e avvincente come un romanzo della sua vita coraggiosa, un inno alla tolleranza e al diritto all’educazione di tutti i bambini e di tutte le donne, il racconto appassionato di una voce capace di cambiare il mondo.

 Io sono Malala è un libro che merita qualche parola in più del solito.

Si tratta di una storia davvero istruttiva e credo che tutti dovremmo leggerla per capire quanto siamo fortunati di poter andare a scuola e di poter dire ciò che pensiamo senza poi aver paura di uscire di casa e di essere uccisi da un attentatore.

Questo libro dovrebbe essere dato da leggere a ogni ragazzo della mia età perché capisca che al mondo c’è chi è disposto a morire pur di poter studiare.

Io sono Malala è un libro che DEVE ESSERE LETTO perché regala qualcosa che rende migliori.

 
Ve lo consiglio davvero e vi lascio con quella che forse è la frase più bella di questa giovane e coraggiosa ragazza oggi costretta a vivere lontana dal suo paese:

 

“Io sono Malala. Il mio mondo è cambiato, ma io no.”

 
Leggetelo, non ve ne pentirete!!!

8 MARZO... MA ANCHE 9, 10, E... SEMPRE !

8 MARZO... MA ANCHE 9, 10, E... SEMPRE !

La festa della donna è stata istituita per ricordare delle operaie newyorkesi morte in un incendio nel 1909. La festa della donna è diventata il simbolo di tutte le lotte attuate dalle donne per rivendicare la propria libertà ed uguaglianza. La festa della donna, per noi da oggi è collegata ad un nuovo nome: Franca Viola.
Le classi IC, IIC, e IIIA tur sono reduci da una mattina di riflessioni sulla questione femminile, su Franca Viola (l’ex diciassettenne di Alcamo grazie alla quale in Italia è stata fatta la legge contro il “matrimonio riparatore” purtroppo solo nel vicinissimo 1981), e sul mondo del teatro, con tre donne in gamba, durante la quale hanno assistito anche ad uno studio sullo spettacolo che si intitola appunto “No. Storia di Franca Viola”. (Per maggiori dettagli sul testo dello spettacolo, potete consultare la pagina fb Lattoria progetto teatrale).

 NO.STORIA DI FRANCA VIOLA (foto di scena da Lattoria progetto teatrale)

FRANCA VIOLA adolescente (foto da Google immagini)

Questo il risultato dell’intervista realizzata da Gian Maria, Lorenzo, Vincenzo e Nicolò (per la festa della donna abbiamo lasciato lavorare i “maschietti”) e rielaborata con la collaborazione delle compagne della IC tur
Intervista a Valentina Cova (fondatrice di Scarpanò, teatro e metodi attivi), Alessia Gennari (regista) e Sara Urban (attrice)
G.M. - Che cosa vi ha spinto a fare questo lavoro?
Alessia:  Nei giorni seguenti la morte di Franca Rame (moglie di Dario Fo, n.d.r.) lessi per la prima volta  un articolo su Franca Viola, e rimasi sconvolta dal fatto che l’articolo 544 (quello che permetteva il cosiddetto “matrimonio riparatore” ed evitava il carcere ai responsabili di stupro qualora sposassero la loro vittima, n.d.r.)  fu abolito solo nel 1981, tra l’altro anno di nascita di Sara (che in scena interpreta appunto il ruolo di Franca Viola, n.d.r.). Franca non era un personaggio famoso e ho fatto qualche ricerca su di lei. [...] Così insieme a Sara Urban, e anche grazie all’aiuto dell’autrice Chiara Boscaro,  abbiamo deciso di far conoscere la sua storia agli studenti. Lo spettacolo è stato distribuito a diverse scuole, anche grazie al contributo della Fondazione Piacenza e Vigevano.
L. - Perché avete deciso di aprire uno spazio teatrale proprio a Vigevano, invece che in una grande città tipo Milano?
Valentina:  Quando io e Francesco, il mio compagno, abbiamo iniziato questo percorso (dopo l’esperienza presso Teatro Continuo a Padova) volevamo una famiglia, e così abbiamo deciso lavorare a Vigevano  per riavvicinarci ai nonni più “abili”, in quanto fare un lavoro senza orari prefissati, come lo è il nostro, rende ancora più difficile fare il genitore. Non è stato semplice, e ci siamo riusciti anche grazie anche a finanziamenti privati. [...] E poi ci sembrava che Vigevano avesse più bisogno di teatro.
G.M. - Come vi siete conosciute?
Valentina: Nel 2009 ero incinta, ed a letto con la polmonite, e ricevo la chiamata di Alessia che mi propone di fare uno spettacolo “L’isola degli schiavi”: ho dovuto rifiutare. Da li però abbiamo tenuto i contatti, fino al 2012...
Alessia: Io e Sara ci siamo conosciute in treno durante un viaggio; Sara era già un’attrice e io volevo diventare una regista, e così le ho fatto un sacco di domande. [...] In seguito abbiamo deciso di fondare una compagnia chiamata Lattoria, il cui primo spettacolo è stato proprio “ L’isola degli schiavi”. Quando hanno aperto lo spazio di Scarpanò abbiamo iniziato a lavorare insieme.
L. - Perché il nome Scarpanò?
Valentina: Abbiamo scelto questo nome perché qui prima c’era una fabbrica di scarpe; i primi tempi ci venivano a citofonare in continuazione chiedendoci se facevamo le scarpe. Nessuno credeva ad uno spazio teatrale a Vigevano. [...] Un altro motivo è che lavoriamo a piedi nudi per avere più libertà di movimento, e perché per un attore il corpo è molto importante. E poi anche per l’assonanza col nome del personaggio di Zampanò, dal film “la Strada” di Federico Fellini.
G.M. – A cosa state lavorando?
Alessia: abbiamo diversi progetti, e non sempre lavoriamo insieme. Proprio l’8 marzo porteremo in scena al planetario di Torino con uno spettacolo sulla teoria della relatività e la storia d’amore e di connubio professionale fra il celebre fisico Albert Einstein e Mileva Maric.