giovedì 31 gennaio 2019

GIORNATA EUROPEA A MILANO

GIORNATA EUROPEA A MILANO

 Lunedì 21 gennaio la mia classe, la 3A RIM, si è recata a Milano per visitare il Palazzo Pirelli e per svolgere presso l’Università statale della città alcune attività connesse al progetto Pon “Cittadini per l’Europa di domani”, progetto di potenziamento della cittadinanza europea finanziato dall’Unione Europea e promosso dall’ITS “Luigi Casale” di Vigevano. Durante la mattinata, la classe, accompagnata dalla prof.ssa Luisa Broli e dal prof. Marco Mantovani, ha visitato il grattacielo Pirelli: l’imponente edificio è sede del Consiglio regionale della Lombardia e si innalza all'angolo sud-ovest di piazza Duca d'Aosta, dove si trova anche la stazione di Milano Centrale. La visita è iniziata con il 26° piano del palazzo, lasciato vuoto in memoria dell’incidente avvenuto il 18 aprile 2002, quando un aereo da turismo si schiantò contro il piano del grattacielo, danneggiando gravemente la struttura e causando la morte di tre persone. Dopo un ripasso interattivo sulla storia dell’Unione Europea, agli alunni è stato eccezionalmente permesso di entrare nella sala consiliare per una simulazione: noi ragazzi dovevamo votare a favore di una legge, scegliendo tra quella proposta da uno di noi e tra quelle formulate da altri due studenti. Infine siamo saliti al 31° ed ultimo piano del grattacielo, uno dei punti più alti della città: le sue immense vetrate infatti offrono un panorama mozzafiato e garantiscono un punto di osservazione privilegiato su Milano e il territorio circostante. Al termine della visita al Palazzo Pirelli, la classe si è preparata per l’attività che è stata successivamente svolta nel pomeriggio all’università di Milano: una simulazione di dibattito al Parlamento europeo, l’organo legislativo dell’Unione Europea. La classe è stata divisa in gruppi, ognuno corrispondente a un partito politico: ciascun gruppo doveva proporre un emendamento, cioè una modifica, alla direttiva sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili proposta dalla commissione, composta per l’occasione da studenti universitari. Il processo legislativo prevedeva precise regole di condotta per poter simulare al meglio il dibattito e l’obiettivo era verificare se il Parlamento europeo costituito dagli studenti fosse in grado di raggiungere un compromesso simile a quello di Strasburgo. La procedura legislativa ordinaria è in realtà molto complessa, ma è stata simulata con impegno da noi alunni per un’ora e mezza circa: al termine delle votazioni, non è stato votato nessun emendamento e la direttiva è stata quindi approvata senza modifiche. La giornata europea a Milano si è rivelata molto interessante e al termine del dibattito in università ciascuno di noi era davvero entusiasta, avendo trovato questa esperienza utile per il percorso scolastico intrapreso. 
Ilaria Sacchi - 3A RIM

OLIMPIADI ITALIANE DI "DEBATE" - PRESELEZIONI

Preselezioni Olimpiadi italiane Debate  

 In data 19 gennaio 2019 gli studenti Dumitra Petrov, Amarildo Progni, Davide Piccione e Zhang Le Chen sono stati accompagnati dalla professoressa Luisa Broli a Busto Arsizio, sede dell’istituto E. Tosi, in occasione delle preselezioni delle olimpiadi italiane del Debate. In questa sede si sono scontrate dieci squadre, ognuna delle quali doveva partecipare a tre dibattiti: i primi due contro avversari scelti mediante sorteggio, l’ultimo attraverso il sistema del 'power compairing', cioè in base alle capacità di ciascuna squadra. I temi oggetto di dibattito sono stati: “Dovrebbe essere proibito ai docenti di interagire con gli studenti attraverso i social-network e “In ambito lavorativo il denaro motiva una persona più di ogni altro fattore”. Mentre il primo tema è stato preparato in precedenza e è stato dibattuto per ben due volte da ciascuna squadra (la prima volta a favore e la seconda contro o viceversa), per il secondo argomento ogni squadra aveva solo un’ora di tempo come preparazione ed è stato dibattuto solo una volta. Ogni squadra è formata da quattro partecipanti, di cui uno riserva. La giornata è stata molto intensa, in quanto non vi sono stati particolari momenti di pausa tra un dibattito e l’altro, se non in occasione delle valutazioni dei singoli giudici e della pausa pranzo.
 Zhang Le Chen - 5 SIA

lunedì 14 gennaio 2019

LE "NOSTRE" LETTURE .... IL CALZOLAIO DI VIGEVANO


LE "NOSTRE" LETTURE .... IL CALZOLAIO DI VIGEVANO


Il calzolaio di Vigevano è stato scritto da Lucio Mastronardi, autore vigevanese nato nel 1930, che inizialmente insegna presso le scuole della zona e che scrive ben tre romanzi incentrati sulla città di Vigevano. Mastronardi ha una vita problematica, è un personaggio controverso e non molto amato dai vigevanesi, con cui ha un rapporto di amore e odio. Egli si ispira a Giovanni Verga e come lui vuole rappresentare un “mondo in piccolo”, quello degli scarpari.
Scrive la trilogia “Gente di Vigevano” che comprende oltre a “Il calzolaio di Vigevano”, anche “Il maestro di Vigevano” e “Il meridionale di Vigevano”, pubblicati a pochi anni di distanza l’uno dall’altro. Riscuotono subito un notevole successo, dovuto anche all’uscita del film con Alberto Sordi, ma allo stesso tempo suscitano molte polemiche. Inoltre, nonostante questo successo, Mastronardi è un autore importante ma dimenticato e questo è definito dai critici contemporanei un “ingiusto oblio”.
“Il calzolaio di Vigevano” viene pubblicato come libro, a seguito dell’esito avuto dopo la pubblicazione nella rivista nazionale , “il Menabò”, diretta da Calvino.
Il romanzo è composto da tanti capitoli molto brevi, in tutto 29, in cui lui utilizza uno stile frenetico e anche frasi in dialetto,  “detti popolari”, come fanno altri autori come Pasolini nei “Ragazzi della vita” e Gadda in “Quel pasticciaccio brutto di via Merulana”, entrambi in dialetto romano. L’impiego di questi dialetti è dovuto alla volontà dell’autore di voler far entrare il lettore all’interno della società e della realtà che descrive, difatti questi dialetti hanno una funzione prevalentemente sociale. Lui descrive molti personaggi: è un “microcosmo”, dove l’autore non parla solo del protagonista, Mario Sala detto il Micca, ma di tutta la società del tempo in cui incombono invidia e critica, una società dove tutti sanno tutto di tutti e cercano di “fregarsi” a vicenda. Questo si può definire uno dei motivi del rapporto di amore e odio e di conflittualità che ha Mastronardi con i vigevanesi che possiamo definire acquirenti, in quanto comprano e leggono i suoi romanzi e bersagli, in quanto i soggetti che vengono raccontati sono riconoscibili, nonostante l’utilizzo di nomi inventati da parte dell’autore.
Nei lettori di oggi questo romanzo suscita “pietas”, pietà dovuta all’ossessione dei personaggi per determinate cose.
“Il calzolaio di Vigevano” racconta di Mario Sala, il “Micca”, il protagonista che proviene da una famiglia di scarpari. Nella Vigevano del tempo, Padroni come Bertelli e Padron Bisio possedevano diverse fabbriche, a differenza del Micca che non ne possedeva nessuna. Egli avrebbe voluto lavorare in proprio o diventare socio di un altro ricco vigevanese, Pelagatta. Sua moglie Luisa era contraria ma, nonostante questo, aiutava sempre in casa il marito a produrre scarpe. Micca e Pelagatta poi diventarono soci.
In seguito Sala è costretto a partire per la guerra e incarica la moglie di occuparsi di tutto: il suo pensiero principale era la sua attività di produzione di scarpe.
Nel mentre, Luisa si dissocia da Pelagatta e inizia a lavorare con Padron Netto di cui diventa amante. Tutti ne sono a conoscenza, ma tra pettegolezzi e altro, nessuno dice nulla a Mario, che scrive ripetutamente lettere alla moglie senza ricevere risposta. Nel frattempo la guerra incombe nella città di Vigevano e nelle zone vicine, provocando diverse vittime, tra cui Padron Netto. Mario torna dalla guerra, consapevole di tutto, ma non si preoccupa tanto della moglie quanto delle sue scarpe perché crede di aver perso tempo: ricomincia immediatamente a lavorare.
In tutto questo clima “negativo”, padroni come Bertelli sono sul lastrico mentre Sala da imprenditore diventa operaio, il più capace nel campo in quanto la sua forza di volontà lo fa eccellere all’interno della sua società.
All’interno del romanzo il pensiero che predomina è quello di “fare danè”, cioè far soldi. È una società dove tutti si vogliono arricchire e vogliono essere superiori agli altri, e uno dei temi principali trattati da Mastronardi è proprio il lavoro; tutti hanno voglia di lavorare, impegnarsi e cercare lavoro.
Per quanto riguarda i personaggi, il protagonista è Mario Sala, l’unico di cui l’autore fa una breve descrizione, mentre gli altri li inserisce con il nomignolo o il cognome senza presentarli. Micca è “piccoletto, tozzo, con le orecchie a bandiera e gli occhi che si illuminano appena sente parlare di lavoro e denaro; è un personaggio che come gli altri ha voglia di fare soldi ma è più ossessionato dal suo lavoro e dal farsi notare dagli altri per le sue abilità. Altro personaggio particolare è Luisa, moglie di Mario, donna triste e stremata dalla vita, obbligata a lavorare anche di notte pur di aiutare e accontentare il marito. Lei invidia le mogli degli altri, le loro capacità e il loro stile di vita.
Si distinguono dalla massa di personaggi con le stesse intenzioni i Matta, una famiglia benestante che voleva andare in America perché sosteneva che lì la vita fosse migliore, ma soprattutto perché non c’era la guerra.
Alla fine del romanzo partirono per l’America, lasciando il loro gatto ai Sala in quanto non potevano portarselo dietro. Per loro questo gatto era un’ossessione, doveva essere lavato con acqua ne’ calda ne’ fredda, doveva mangiare carne di pollo, non bisognava fargli finire lo shampoo negli occhi e soprattutto volevano molte foto in bianco e nero. Per me questo simboleggia il fatto che essendo già benestanti, avevano gusti eccentrici e non si preoccupavano dei soldi o del lavoro come il resto dei cittadini.
Questo romanzo mi ha fatto notare la differenza tra lo stile di vita di oggi e quello di un tempo. Fa capire quanto le persone fossero bisognose e facessero di tutto pur di ottenere ciò che volevano, come se dessero la priorità al farsi notare e al “risaltare” di fronte agli occhi degli altri.
Vedendo Sala, per esempio, mi ha colpito che lui preferisce il pensiero degli altri piuttosto che quello della moglie. Credo sia per questo che in noi lettori della nuova generazione susciti “pietas”, in quanto notiamo la povertà d’animo dei personaggi che viene in qualche modo giustificata da un passato di miserie.


Tema svolto da Eleonora Frigerio, IV C tur