sabato 29 settembre 2018

A scuola di ... Coding





Sabato 22 settembre gli studenti delle classi prime AFM, CAT e Moda, hanno preso parte ad un laboratorio di robotica educativa proposto dalla docente Amanda Trovò e  dai Superbot,  il gruppo di ragazzi che con lei hanno conquistato a giugno 2018 il primo posto alla European Championship Robocup Junior nella categoria “On stage under 14”. I nostri ragazzi, a turno, hanno avuto modo dapprima di assistere all’esibizione che è valsa la vittoria - riguardante il problema dell’inquinamento dei mari - e poi di cimentarsi in prima persona con la programmazione dei robot. Con i Superbot in veste di tutor, infatti, i nostri studenti si sono sfidati in un semplice esempio di gara della categoria Rescue, che prevede di programmare i robot per far loro seguire un percorso, con vincoli, ostacoli e spazi di manovra. E’ stata questa l’occasione per inaugurare i robot a disposizione della nostra scuola, e per proporre ai nostri ragazzi la possibilità di approfondire l’argomento, tramite l’attivazione di laboratori pomeridiani e attività di potenziamento.


Nelle foto e nel video, alcuni momenti del laboratorio svoltosi lo scorso sabato nelle aule del nostro Istituto. 



domenica 23 settembre 2018




Per chi se lo fosse perso… 
E per chi pensa valga la pena rivederlo! 
In occasione del festival delle TRASFORMAZIONI tornano in scena gli  allievi del nostro Istituto, con la regia di Corrado Gambi.
Vi aspettiamo giovedì 27 settembre, alle ore 21.00 presso il TEATRO MODERNO

lunedì 3 settembre 2018

L’ISTITUTO CASALE DI VIGEVANO “POR TIERRA DE CERVANTES” “Tapas” di impressioni per alunni, famiglie e docenti


Esiste una tradizione culinaria in Spagna, chiamata “Tapas”, consistente in piccoli assaggi di vario genere (queso manchego, pinchito moruno, jamon serrano, tortilla, almendras fritas, ecc…) normalmente consumati in maniera itinerante da un locale ad un altro.
Il termine “Tapas” nasce probabilmente in Andalusia come accompagnamento a “una copa de vino” ed il nome deriva dall’abitudine di coprire il bicchiere con una “tapa”, un piattino, al fine di allontanare gli insetti; il piattino ben presto fu riempito di prelibatezze di carne, pesce o verdure.
Proprio dalla terra andalusa, anche noi dell’I.T.S. “Luigi Casale” di Vigevano, ripartiamo dopo un mese (dal 30 luglio al 27 agosto 2018) di alternanza scuola e lavoro a Benalmádena, vicino a Málaga, per condividere piccoli assaggi, appunto “tapas”, delle nostre impressioni di un’esperienza unica ed indimenticabile.
Grazie al PON (Programma Operativo Nazionale) di potenziamento dei percorsi di alternanza scuola e lavoro, proposti dall’Unione Europea, l’istituto Casale di Vigevano ha potuto far vivere a 15 studenti, accompagnati da due docenti tutor, una singolare estate, che  - come nel “tour de tapas - ha visto susseguirsi momenti differenti, frutto della commistione di ingredienti e gusti molto diversi tra loro.



GLI  STUDENTI: el primer plato
L’obiettivo principale del Progetto “Por tierra de Cervantes” e’ quello di potenziare i percorsi di alternanza scuola/lavoro gia’ svolti dagli studenti in Italia.
Denise Galati, confrontando i due tirocini formativi, descrive la sua esperienza in terra andalusa, dicendo: “al lavoro mi hanno insegnato tutto cio’ che c’era da sapere, riponendo in me una grande fiducia che non e’ mancata nemmeno dopo i miei piccoli sbagli; anzi sono stata incoraggiata con tante piccole frasi che mi hanno spronato a dare il meglio di me stessa”. Anche Clara Finotti e Giulia Avellino, impegnate in un’attivita’ di assistenza a ragazzi disabili, hanno apprezzato il loro stage pur rimarcando uno smarrimento iniziale che poi hanno superato con impegno e tenacia, acquisendo maggiore autonomia personale. Alessia Portanova, infine, dovendo scegliere un colore per descrivere il progetto, non ha avuto dubbi nell’individuare nell’azzurro la tinta da attribuire alla sua esperienza, unica ed inmensa come il cielo andaluso.
Non e’ poi mancato l’aspetto culturale e linguistico del Progetto che ha entusiasmato gli studenti, i quali hanno potuto visitare citta’ magnifiche quali Siviglia, Cordova, Malaga, Tarifa, Marbella, Mijas  e Granada, gustare le specialita’ locali e cimentarsi  nell’utilizzo esclusivo e quotidiano della lingua spagnola.
A tale proposito, Eleonora Frigerio esce da questa esperienza arricchita anche nel suo vocabolario linguistico formale e informale; mentre Valeria Castiglioni e Diana Veronese sono rimaste colpite dall’armoniosa convivenza delle culture presenti nella Comunita’ andalusa, ben sintetizzate dalla citta’ di Cordova con la sua Mezquita, che e’ anche Cattedrale e Tempio ebraico. Fabiana Venosi, la fotografa del gruppo, ha infatti scelto  tra tutti i suoi scatti proprio quello raffigurante il passaggio tra la Mezquita e la Cattedrale, affermando che “l’emozione fu tanto forte, perche’ decisi di seguire il consiglio della guida e cioe’ percorrere il piccolo tratto che separa la parte araba da quella cristiana ad occhi chiusi, aprendoli soltanto alla vista di tanti piccoli artistici dettagli che hanno dato vita ad uno scenario cosi’ bello per me da togliermi il fiato e commuovermi”.
Il Progetto e’ stato inoltre l’occasione di vivere intensi rapporti interpersonali, lontani da casa, con le famiglie ospitanti e tra gli stessi protagonisti dell’esperienza.
Importante e’ stata l’accoglienza delle famiglie spagnole che, secondo Martina Marabese, sono state preziose: nel suo caso, “i genitori andalusí” l’hanno aiutata a superare la malinconia di casa, trattandosi di “una familia numerosa, socievole ed accogliente, data la loro disponibilita’ ad ospitare ragazzi provenienti da tutte le parti del mondo”.
Fondamentale e’ poi stato il rapporto tra gli studenti, i quali hanno creato solide relazioni di amicizia, tanto che Melania Giarmana’ e, in maniera analoga Andrea Bonato, affermano che “l’unione fa davvero la forza, poiche’ rappresenta uno degli elementi importanti soprattutto in un’esperienza come quella di un soggiorno prolungato all’estero”.



LE FAMIGLIE: la mesa puesta
Tutte le famiglie degli studenti partiti in stage hanno riconosciuto l’alto valore formativo del PON “Por tierra de Cervantes”, poiche’ e’ riuscito ad unire lavoro , tempo libero e cultura. Tale progetto, completamente finanziato dall’Unione Europea, ha dato la possibilita’ agli studenti di realizzare parte dei loro sogni e crescere e maturare piu’ autonomamente. Certamente – sottolineano i genitori – la lontananza da casa ha rappresentato motivo di apprensione per molti, inmediatamente superata dalla felicita’ espressa dai volti e dalle voci dei figli in continuo contatto e dalla constante presenza al loro fianco delle docenti  in qualita’ di “vicegenitori”, pronte a sostenerli, richiamarli, incoraggiarli e proteggerli  a seconda dei casi.


I DOCENTI: el aceite y el vinagre
Anche per i docenti coinvolti in quest’avventura, le prof.sse Rotundo Stefania e Mordenti Maria, e’ stata un’esperienza davvero positiva.
“La scuola – affermano le insegnanti – ha dilatato i suoi spazi ed i suoi tempi: non piu’ soltanto lavoro in aula, attivita’ teoriche, orari standardizzati per alunni e docenti, ma contatto con il mondo del lavoro, acquisiszione di competenze trasversali e disciplinari attraverso un approccio pratico e addirittura un tempo-scuola che si prolunga nei pomeriggi e nel periodo estivo. Per noi quest’estate cosi’ speciale, benche’ lontani dalle nostre famiglie in un periodo vacanziero,  e’ stata un’occasione di crescita umana e professionale di cui vedremo i frutti, come un insegnate sa bene, soltanto in futuro quando i semi dell’impegno lavorativo, della convivenza pacifica e dell’apertura culturale sbocceranno. Tutto questo e’ stato possibile – proseguono le professoresse – grazie al sostegno e all’entusiasmo del Dirigente scolastico,   Pigorini Stefania, la quale ha sempre creduto ad iniziative come questa, símbolo di una scuola nuova e al passo con i tempi”.



Insomma, il Progetto “Por tierra de Cervantes” ha rappresentato un’esperienza “impegnativa, nuova ed indimenticabile”, dice Martina Mussi, registrando un grande cambiamento rispetto alle sue abitudini quotidiane: lingua diversa, casa diversa, compagni di viaggio diversi, ma proprio per questi indelebili nella mente e nel cuore.
Anche Vittoria Fuse’ , facendo un bilancio complessivo dell’esperienza, si sofferma su quanto imparato dalla medesima, auspicandosi “di essere maggiormente flessibile e piu’ aperta alle nuove occasioni, senza l’eccessiva paura di abbandonare le vecchie abitudini, con una piu’ alta capacita’ di adattamento”.
Al rientro a Vigevano, i nostri “cavalieri erranti”, come tanti Don Chisciotte della Mancha, racconteranno – dichiara Giada Crepaldi – “del luogo e dei colleghi di lavoro, delle escursioni in pulman per tutta l’Andalusia, dei legami di amicizia creatisi che di certo continueranno” e, per dirla con Samuele Marchini, “VETE CON EL PON”, ossia “vivi pienamente  un’esperienza come quella da me vissuta in Spagna, “PARTI CON IL PON” e tornerai a casa con un bagaglio di bei ricordi e grandi attese per il futuro”.