COMPITO: TEMA, tipologia C
Commento all'articolo della psicoterapeuta Francesca Morelli del 20/03/2020, dal titolo: "Ecco cosa ci sta spiegando il virus".
PICCOLI
GESTI
Cosa sta
succedendo
Al momento ho difficoltà a dire che giorno della
settimana sia. Questo perché è da più di un mese che le giornate sono tutte
uguali. Durante la settimana fortunatamente ci sono le lezioni online di
mattina, ma non bastano per spezzare la routine. Non se si indossa lo stesso
pigiama per tutto il giorno, se comunque si va a dormire ad orari
improponibili, e se il pomeriggio si può vegetare nel letto senza limiti.
Ma la realtà fuori dalla porta di casa è ben diversa.
Mentre io e i miei compagni abbiamo la fortuna di poterci annoiare, negli
ospedali, nelle cliniche, nelle case di riposo, la realtà è un'altra, e
assomiglia ad un incubo. La gente muore ogni giorno, il numero di contagi sale
e la pandemia continua. Il virus, che quando è scoppiato in Cina mi sembrava
così lontano e così inimmaginabile, ora è qui, nel mio paese, nella mia città,
e ormai ha raggiunto tutto il mondo, con conseguenze disastrose: migliaia di
morti e una crisi economica paragonabile a quella verificatasi nel 1929.
I primi
pensieri
Inizialmente non avrei mai pensato di trovarmi in una
situazione di questa portata. Ricordo di essermi posta il dubbio se ciò che
stavo vivendo sarebbe stato passeggero o sarebbe entrato a far parte dei libri
di storia. Era però difficile da comprendere, e quasi impossibile da
immaginare, che le nostre vite sarebbero cambiate così tanto. Questo perché
prima di arrivare alla vera e propria quarantena, seppur le scuole e i centri
sportivi fossero chiusi, noi
giovani ci riunivamo sempre, uscivamo, bar e ristoranti erano pieni, e il
pericolo non si percepiva, non si voleva accettare. Poi improvvisamente si è
passati da una vita frenetica al nulla più totale. Ricordo anche di essere
stata davvero confusa, credevo che il sabato sera successivo ci saremmo trovati
tutti in piazza come se niente fosse, invece no.
Ed ora, a distanza di un mese, credo di aver avuto
abbastanza tempo per realizzare che ciò che stiamo vivendo è qualcosa che ci
rimarrà impresso a vita.
Le
riflessioni di Francesca Morelli
Senza saperlo ho condiviso gli stessi pensieri della
psicologa e psicoterapeuta Francesca Morelli prima di leggere il suo articolo,
ma penso che tutti abbiano riflettuto su questi argomenti almeno una volta da
quando siamo chiusi in casa. La dottoressa infatti afferma che questo periodo,
pieno di paradossi e anomalie, ci fa pensare a tutta la nostra vita fino ad
oggi.
A come abbiamo dato per scontato i contatti umani,
sostituendoli spesso con la tecnologia; a come non ci siamo mai davvero sentiti
una comunità, parte di qualcosa di grande, se non quando l'Italia ha vinto i
mondiali; a come ci sentiamo invincibili, al sicuro e distanti dai gravi
problemi che affliggono altri paesi del mondo come la fame e la guerra; o a
come l'inquinamento e il cambiamento climatico derivino proprio dalla nostra
vita fatta di lavoro e produttività.
E ora che tutto è immobile, e così deve restare per
fermare il contagio, ci chiediamo se non sia il cosmo che si sta solo
riequilibrando, mettendoci nella condizione di poter fare solo una cosa:
pensare.
Pensare a quanto ci manchi la routine di tutti i
giorni, che ci dà la forza e l'energia di alzarci dal letto, ma allo
stesso tempo quanto siano preziosi i momenti che passiamo con le nostre
famiglie; a quanto sia bello stare in compagnia, in giro con gli amici, ma
anche nelle aule di scuola; al fatto che siamo davvero parte di qualcosa di
grande, e che anche se a volte ci sentiamo soli non lo siamo, ci troviamo tutti
nella stessa grande barca (al momento in un mare tutt'altro che calmo); al
fatto che non viviamo su un'isola felice lontana da tutto, e i problemi che ora
si trovano dall'altra parte del mondo, come può essere stato ad esempio il
virus in Cina, un giorno potranno far capolino nelle nostre case; a come con un
solo mese di lockdown l'inquinamento si sia ridotto permettendo anche ai
delfini di tornare nei nostri mari.
Le mie
conclusioni
E quando sarà tutto finito? Ci dimenticheremo in
fretta di quella che è stata una buia parentesi nelle nostre vite, o ci
porteremo dietro degli insegnamenti?
Come quando è iniziato tutto e non si sapeva fino a
che punto si sarebbe arrivati, ora non sappiamo darci delle risposte, e non
sappiamo se le cose torneranno alla normalità.
Se potremo ancora pensare a feste, concerti ed eventi
sociali con spensieratezza, o se avremo sempre un po' di paura della vicinanza
con le persone. Quello che so però è che non vedo l'ora di poter finalmente
rivivere quei momenti e quei gesti che vanno oltre gli schermi. Perché è vero
che grazie alla tecnologia e ad internet la distanza pesa meno, ma ho capito
anche quanto siano belli i contatti veri, gli abbracci, il solletico, gli
sguardi, e le persone sconosciute che si incrociano per strada. Forse avrò e
avremo sempre timore di stare in luoghi troppo affollati, ma ciò non fermerà la
voglia che abbiamo di conoscerci e di viverci, dando meno per scontati tutti
questi piccoli gesti.
A cura di Norma Casali, V A AFM
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