lunedì 30 marzo 2020

CON UN PO' DI POESIA... (#io resto a casa... Ma faccio i compiti!)


Durante l’attività didattica a distanza, una delle proposte fatte durante una lezione di spagnolo riguardava “UN PASEO POR EL VOCABULARIO Y EL REFRANERO DEL AMOR”, uno studio del vocabolario legato alla poesia d’amore, in particolare attraverso attività interattive e la lettura ad alta voce di un sonetto di Lope de Vega. Un ulteriore approfondimento proponeva alla classe la ricerca di un testo “amoroso” in italiano da tradurre e proporre in lingua spagnola. Molte ragazze (soprattutto loro) si sono lanciate nell’attività, è proprio il caso di dirlo, “anema e core”, proponendo poesie di Montale, Merini, Catullo, Dante, D’Annunzio. Proprio a quest’ultimo è dedicato il video realizzato da Federica Laporati, che propone la poesia “Rimani”, diventata "Quédate".
Ecco il testo.

Rimani! Riposati accanto a me.
Non te ne andare.
Io ti veglierò. Io ti proteggerò.
Ti pentirai di tutto fuorché d’essere venuto a me, liberamente, fieramente.
Ti amo. Non ho nessun pensiero che non sia tuo;
non ho nel sangue nessun desiderio che non sia per te.
Lo sai. Non vedo nella mia vita altro compagno, non vedo altra gioia
Rimani.
Riposati. Non temere di nulla.
Dormi stanotte sul mio cuore.

Per l'ascolto di Federica Laporati, invece, utilizzate questo link: https://youtu.be/z5WObuc31ig

Vi lasciamo anche i testi delle altre poesie, per chi volesse continuare l’esperienza.

Ho sceso, dandoti il braccio – Eugenio Montale
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

Bajé, dándote el brazo
Bajé, dándote el brazo, por lo menos un millón de escaleras
y ahora que tu no estás, está el vacío en cada escalón.
Aun así, nuestro largo viaje ha sido corto.
El mío todavía dura, ni más necesito
las conexiones, las reservas,
las trampas, los escombros de los que creen
que la realidad sea la que se ve.
Bajé un millón de escaleras dándote el brazo
no porque con cuatro ojos quizás se ve más.
Contigo las bajé porque sabía que de nosotros
las verdaderas pupilas, aunque tan borrosas,
eran las tuyas.

“Tra le tue braccia” di Alda Merini
Tra le tue braccia
C’è un posto nel mondo
dove il cuore batte forte,
dove rimani senza fiato,
per quanta emozione provi,
dove il tempo si ferma
e non hai più l’età;
quel posto è tra le tue braccia
in cui non invecchia il cuore,
mentre la mente non smette mai di
sognare…
Da lì fuggir non potrò
poiché la fantasia d’incanto
risente il nostro calore e no…
non permetterò mai
ch’io possa rinunciar a chi
d’amor mi sa far volar.

En tus brazos
Hay un lugar en el mundo
donde el corazón late fuerte,
donde te quedas sin aliento,
por cuanta emócion sientes,
donde el tiempo se detiene
y ya no tienes edad;
Ese lugar está en tus brazos
donde el corazón no envejece,
mientras la mente nunca deja de soñar…
De ahí no podré escapar
porque la fantasía de encanto
Sufre nuestro calor y no…
nunca permitiré
renunciar a quién
por amor me hace volar

Tanto gentile e tanto onesta pare
«Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia, quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua devèn, tremando, muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.
 Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d’umiltà vestuta,
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi sì piacente a chi la mira
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che ‘ntender no la può chi no la prova;

e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d’amore,
che va dicendo a l’anima: Sospira.»

«Se la ve tan amable y tan honesta
a mi señora, cuando saluda a los otros,
que cada lengua, temblando, se vuelve muda
y los ojos no se atreven a mirarla.
 Ella se va, oyéndose alabar,
benignamente, de humildad vestida,
y parece que sea una cosa venida
del cielo a la tierra para mostrar milagro.
 Se muestra tan agradable a quien la mira
que a través de los ojos da una dulzura al
corazón,
que no la puede entender quien no la siente;
 y parece que desde sus labios proceda
un espíritu suave, lleno de amor,
que va diciendo al alma: Suspira.»

Viviamo, o mia Lesbia, e amiamoci,
e le dicerie dei vecchi severi
consideriamole tutte di valore pari a un soldo.
I soli possono tramontare e risorgere;
noi, quando una buona volta finirà questa breve luce,
dobbiamo dormire un’unica notte eterna.
Dammi mille baci, poi cento,
poi ancora mille, poi di nuovo cento,
poi senza smettere altri mille, poi cento;
poi, quando ce ne saremo dati molte migliaia,
li confonderemo anzi no, per non sapere (il loro numero)
e perché nessun malvagio ci possa guardare male,
sapendo che ci siamo dati tanti baci.

Vivamos, mi Lesbia, y amémonos,
Y los rumores de los viejos duros
considerémoslos todos de valor igual a un céntimo.
Los soles pueden ponerse y volver a salir;
nosotros, cuando de una vez se acabe esta breve luz,
tenemos que dormir una única noche eterna.
Dame mil besos, después cien,
luego mil más, de nuevo cien,
luego sin parar otros mil, luego cien;
después, cuando nos hayamos dado miles,
los confundiremos o quizás no, para no saber su número
y para que ningún malvado nos mire mal,
sabiendo que nos dimos tantos besos.

Buon lettura!
Michela Cairo


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