27 GENNAIO 2018: GIORNATA DELLA MEMORIA
La 1^BAFM ha partecipato il giorno 26 Gennaio 2018 alla
visione del film “Un sacchetto di biglie”, in occasione della giornata della
memoria, che ha il compito di ricordare ogni anno le vittime dei campi di
sterminio e della Shoah.
La pellicola è l’adattamento cinematografico dell’omonimo
romanzo del 1973.
I protagonisti sono due fratelli ebrei che vivono a Parigi
prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale; la loro vita scorre felice e
spensierata fino a quando vengono a conoscenza delle Leggi razziali che
provocano per loro discriminazioni e derisioni. La famiglia decide di spostarsi
verso Nizza, per sentirsi più al sicuro.
Qui iniziano una serie di avventure miste a pericoli e
dolori, tra cui la deportazione del padre in un campo di concentramento.
Appropriandosi di false identità i due giovani riescono a sopravvivere alla
cattura da parte dei nazisti; con l’aiuto di un prete riescono a fuggire e a
trovare lavoro in Alta Savoia.
Solo sul finire della guerra ritorneranno a Parigi dove
riabbracceranno i fratelli e la madre.
Ecco i commenti e le riflessioni di alcuni allievi:
“Il film mi ha appassionato
perchè, pur essendo ambientato durante il periodo più tragico della storia, sa
intrattenere il pubblico attraverso le idee e le emozioni di due bambini. Mi ha
toccato profondamente il loro rapporto di fratellanza e fiducia reciproca e
come abbiano affrontato molteplici sfide appoggiandosi a vicenda. È un film che
fa riflettere ma allo stesso tempo sa strappare un sorriso. Ci sono tanti
momenti che mi hanno commosso ma uno in particolare mi ha emozionato. Si tratta
di quando Joseph, uno dei due protagonisti, riceve la notizia che Parigi era
stata liberata e dalla contentezza distribuisce giornali per tutta l’Alta Savoia
con la nuova in prima pagina. Inoltre, il fatto che Joseph mostri affetto nei
confronti della famiglia francese che lo aveva ospitato fino alla fine anche se
sapeva essere contro gli ebrei, mi fa capire come il ragazzo sia grato del loro
aiuto nonostante tutto. Consiglierei la visione anche a chi non apprezza il
genere drammatico perché la pellicola sa descrivere contesti tristi e mostrare
il dolore scaturito dalla guerre con gli occhi di due innocenti che vorrebbero
godersi la vita come ogni ragazzino” Valentina Di Brisco
“Vorrei porre l’evidenza sulla scena
in cui i due fratelli, protagonisti della pellicola, vengono informati del
fatto che in serata saranno costretti a scappare da Parigi, in quanto la città
non è più sicura per loro ebrei ed è meglio separarsi per avere più possibilità
di non esser scoperti dai nazisti. Il padre, raccolta la famiglia intorno alla
tavola per il pranzo, racconta ai figli di come anni prima in Russia lui e suo
padre, a causa delle persecuzioni contro gli ebrei (Pogrom), fossero stati
costretti a fuggire, separandosi dalla propria famiglia. Maurice comprende
immediatamente la gravità della situazione e domanda se anche loro a questo
punto si trovino nella medesima situazione. La scena emotivamente più forte e
toccante è la successiva, quando cioè il padre si fa promettere dai figli di
non rivelare mai a nessuno di essere ebrei e per ottenere questo mette alla
prova il figlio minore Joseph chiedendogli se lui sia ebreo; questi continua a
negare, ma il padre lo incalza ripetendo ossessivamente la domanda in modo sempre
più rude e violento sino ad arrivare a schiaffeggiarlo, pur di testare la sua
forza di resistenza.
Penso dunque di esser fortunato a
vivere in Italia oggi perché ognuno può professare liberamente la propria
religione. Purtroppo esistono ancora alcuni Paesi dove ciò non è a tutt’oggi
possibile per mancanza di vera cultura e per pregiudizi.
Mi fa molto riflettere il modo
sereno in cui io vivo la mia adolescenza in opposizione a quello triste e
doloroso dei protagonisti del film. I miei unici pensieri sono poter studiare,
giocare liberamente, dedicarmi al mio sport preferito, potendo frequentare
senza alcun problema persone di gusti e religioni diversi dai miei. Invece nel
pieno dell’adolescenza i due protagonisti dovevano scappare, separati dai loro
cari, cercando così in ogni modo di salvarsi la vita” Nicolò Tagliavini
“Questo film mi è davvero piaciuto e mi ha insegnato che
lottando duramente si possono raggiungere risultati inaspettati anche in uno
dei periodi più tremendi della storia del XX secolo” Francesco Guerrini
“Una delle scene che mi ha
maggiormente impressionata è stata quando durante il viaggio in treno dei due
protagonisti verso Nizza all’improvviso il convoglio viene fermato per dei
controlli della polizia nazista. Un parroco si prende cura e aiuta i ragazzi,
che assistono però dal finestrino a scene terribili: i tedeschi sparano agli
ebrei che cercano di scappare, cani addestrati li inseguono e i sopravvissuti
vengono portati via, chissà dove…” Paula Rodriguez
“La scena del parroco che aiuta i due fratelli mi ha
particolarmente colpito perché ha chiaramente mostrato il coraggio di
quest’uomo che ha messo a rischio la propria vita per salvarne altre due con
successo” Francesco Veneroni
“La scena che mi ha maggiormente
commossa è quella in cui Joseph difende e protegge il proprio datore di lavoro,
poiché lo aveva comunque aiutato pur essendo antisemita. Questo film mi è
piaciuto perché mi ha fatto capire quanto due fratelli possano essere uniti,
non rinunciando mai l’uno all’altro” Camilla Belisori
“Secondo me il film è stato
davvero commovente perché ha dimostrato quanto un bambino si possa render conto
di tante cose, anche le più terribili, pur essendo solo un bambino” Alexandra
Barani
“Il film si riassume nella
semplicità dell’immagine di un sacchetto di biglie. Le biglie riescono a far
divertire Joseph e Maurice e i loro amici nonostante l’enorme dolore della
situazione storica. In questo film la famiglia dei protagonisti si ama e si
vuole molto bene ma basta una stella di stoffa cucita sui loro indumenti per
cambiare tragicamente i loro destini, a farli essere discriminati e ghettizzati
da chi sino al giorno prima li considerava amici. La guerra finirà, si
recupererà una piccola parte di felicità ma le loro vite non potranno mai più
essere le stesse” Andrea Galantucci
“Il film mi ha molto colpito perché ha mostrato come si sia
trasformata in tragedia la tranquilla vita di una famiglia benestante,
costringendo i due ragazzini protagonisti a diventare dei fuggitivi, braccati e
ricercati dai nazisti pur non avendo alcuna colpa. Tristissima è la scena in
cui i loro stessi compagni di scuola li rinnegano per il solo fatto di essere
ebrei, ghettizzandoli e eliminandoli dalla loro vita nel giro di pochi giorni”
Enrico Rossi