martedì 28 gennaio 2020

SICUREZZA SUL LAVORO... IL "CASALE" SUL PODIO!

SICUREZZA SUL LAVORO... IL "CASALE" SUL PODIO!



L’ATS, l’Ispettorato Territoriale del Lavoro, l’Ufficio Scolastico Territoriale di Pavia e l’INAIL di Pavia e Lodi hanno indetto un concorso rivolto agli studenti degli istituti secondari di II grado della provincia, con lo scopo di sensibilizzare e formare i giovani sulle tematiche legate alla salute e sicurezza sui posti di lavoro.
In data 14 Dicembre 2019 si è svolto a Pavia presso la Sala dell’Annunciata sita in Piazza Petrarca, una mostra/evento che prevedeva la proiezione di filmati, testimonianze ed esposizione di lavori svolti nei precedenti momenti seminariali.
La giornata si è poi conclusa con la sfilata di abiti da lavori rielaborati e prodotti dalle scuole partecipanti alla manifestazione la cui ideazione ha presupposto un lavoro di equipe svolto in classe.
Ad ogni istituto è stato preventivamente consegnato un kit, chiamato “DPI-box”, contenente: un caschetto, una tuta in tyvek, una mascherina per le polveri, indumenti usa e getta e sopracalzari; ovvero i classici e più conosciuti dispositivi di protezione individuale. Il concorso prevedeva la rielaborazione e personalizzazione degli oggetti, per conferire loro una forma estetica e/o di comunicazione tale da trasmettere un messaggio di profondo contenuto etico sociale, pur nel rispetto del loro primo uso.
La classe scelta come rappresentante dell’Istituto Tecnico Statale “Luigi Casale” di Vigevano è stata la 5°A MODA, guidata dalla professoressa A.Serio. I ragazzi, una volta presa coscienza dello scopo del concorso, hanno analizzato la tematica cercando di rielaborare il kit base attribuendo ad esso anche un significato “secondo”. Gli aspetti fondanti sui quali ci si è voluti soffermare sono stati tre: la Forza, la Libertà e la Semplicità: concetti a primo acchito poco coesi tra loro, ma che trovano significato comune nella tematica del concorso. Il concetto di “Forza” è stato inteso come protezione, quello di “Libertà” come leggerezza mentre la “Semplicità” è stata trasposta come naturalità. Il messaggio scelto è l’importanza dei DPI nella vita lavorativa di tutti i giorni. Tali oggetti devono essere visti e soprattutto vissuti come scelta e non come un’imposizione; il lavoratore deve essere autonomamente incentivato ad indossare i dispositivi di protezione senza sentirsi limitato nello svolgere le attività che le singole mansioni richiedono, facendo diventare questi, oggetti della sua quotidianità.
L’approccio pratico messo in atto è di tipo ludico ed intuitivo; l’ispirazione al personaggio “La Cosa” della saga Marvel - I Fantastici Quattro, è servita per riportare agli elementi il messaggio di forza e sicurezza; la tecnica del “Dripping” di Jackson Pollock ha permesso di trasmettere il concetto di libertà, tema fondante per l’artista, ed infine ci si è affidati ai più iconici di tutti i giochi: i Lego, che con il loro design riescono a fare in modo che siano utilizzabili intuitivamente da chiunque senza l'ausilio di istruzioni. Mescolando questi tre elementi si è cercato di trasmettere in modo indiretto il messaggio chiave: “Forza, Libertà e Semplicità; una ricetta di stile vincente”. Il progetto ha riscosso un grande successo da parte della platea e della giuria, tanto da farlo accedere al podio dei vincitori guadagnandosi un meritatissimo 3° posto.

 Articolo a cura della Classe: 5°A MODA
Alunni: Antona Gloria – Grassi Giorgia – Grimaldi Greta – Malinverni Sofia – Palmisano Giulia – Petrov Dumitrita – Piccolini Giulia – Scarpetta Arianna – Torchia Alessia – Trevisan Giacomo – Volpati Alessandro
Di seguito proponiamo l'elaborato che è stato premiato:



martedì 7 gennaio 2020

LAVORARE PER VIVERE O VIVERE PER LAVORARE? - L'angolo del tema


LAVORARE PER VIVERE O VIVERE PER LAVORARE?

Il tempo libero ha da sempre ossessionato l’essere umano; difatti un uomo dal momento della propria crescita, prima frequentando la scuola e in seguito recandosi al lavoro ha come pensiero fisso la libertà. Ma come fare se il tempo libero diventa una vera e propria ragione di vita?
Questo paradosso viene analizzato dall'autore D. Mothè nella sua opera “L’utopia del tempo libero” e anche il titolo rivela il carattere ossessivo del tempo libero; infatti “utopia” significa (secondo definizione del dizionario): l’oggetto di un’aspirazione ideale, non suscettibile di realizzazione pratica.
Dunque per l’autore dietro al tempo libero si nasconde un vero e proprio circolo vizioso; gli uomini hanno sempre ambito ai desideri riguardanti lo svago per i quali bisogna provvedere attraverso mezzi finanziari più alti, a seconda della condizione in cui si trova la persona; questi mezzi economici possono essere raggiunti tramite il lavoro ma, di conseguenza, se una persona è occupata eccessivamente da quest’ultimo, dove troverà il tempo per godersi il tempo libero? 
La risposta corretta probabilmente non esiste. Nella vita di oggi trovare un perfetto equilibrio tra lavoro e tempo libero è veramente utopico e in poche persone riescono a raggiungere questo obiettivo; c’è chi si concentra solo sull'impiego, divorato dalla “fame di soldi e di successo” e finisce per trascurare ciò che nella vita conta davvero, ossia l’amore, la famiglia e lo svago. Al contrario, sono presenti casi di persone che vivono basandosi sulla teoria del “Carpe diem” ossia di godersi l’attimo e molto probabilmente arriveranno a trent'anni e vivere sotto un ponte, o qualcosa di simile.
Analizzando la storia del tempo libero, ossia l’insieme di attività svolte all'esterno dell’attività lavorativa, ci accorgiamo che questo concetto non è sempre esistito. Il tempo libero nasce tra il diciannovesimo e ventesimo secolo, quando è mutata la condizione di vita degli uomini da contadini a operai e con i ritmi della fabbrica, si è venuto a creare il cosiddetto “tempo libero” (senza funzioni lavorative); in questo periodo si sono diffusi i caffè, i ristoranti, le sale da ballo e i cinema.
Da qui si collega il secondo aspetto del ragionamento di Mothè, ossia quello economico: è giusto che chi è in condizioni di vita migliore abbia opportunità di svago migliori?  Probabilmente la popolazione media, molto egoista, risponderebbe affermativamente a questa domanda, andando ad analizzare ogni singola situazione troviamo delle incongruenze. Ad esempio, è giusto che una madre per accontentare il figlio compia sacrifici enormi, senza che questi desideri vengano mai appagati? Io non credo proprio.
Eppure la società odierna funziona così, facendo dilagare l’egoismo e l’isolamento dei singoli.
Un’altra problematica della società di oggi, forse quella più preoccupante, è quella della continua ricerca del piacere che, una volta raggiunto, non verrà mai appagato; a pensarla così, già prima di noi, è stato il grande poeta Giacomo Leopardi e bisogna riconoscere che aveva proprio ragione.
La conseguenza è che ci si ritrova a rincorrere qualcosa che non ci basterà mai. Ad esempio, dopo aver partecipato ad una festa, o dopo aver acquistato un oggetto, ritorna subito il desiderio di altro e quindi, ci si gode veramente questo tanto mitizzato tempo libero? È da qui che si capisce la scelta del sostantivo “utopia” in associazione a esso.
La disponibilità di accesso ai beni è in proporzione ai soldi che si guadagnano e quindi si potrebbe arrivare alla conclusione che la felicità coincida con i soldi ma, nella realtà, bisogna distinguere la felicità dalla vera Gioia e quest’ultima è conquistabile solo attraverso i beni immateriali, ossia le emozioni.
In conclusione io penso che non esista una regola perfetta da poter applicare alla relazione lavoro/tempo libero. Il circolo vizioso esiste, è reale e spetta alla singola persona non essere travolto da esso per poter vivere nei migliori dei modi.  

a cura di Chiara Lista, V C tur
(da una traccia di maturità)