giovedì 6 giugno 2019

L'IMPONDERABILE - TUTTO QUELLO CHE NON HANNO MAI OSATO DIRVI SU UN PON

L'IMPONDERABILE - TUTTO QUELLO CHE NON HANNO MAI OSATO DIRVI SU UN PON


Le nostre opzioni erano due: restare comodamente stravaccati sul divano di casa nostra a guardare serie TV su Netflix o metterci in gioco: peccato che ciò che avrebbe dovuto essere un semplice laboratorio di scrittura e giornalismo (che, chiariamo, era già attraente di per sé) si è rivelato molto di più!                                             
Già dal primo incontro siamo stati felici, da buoni italiani quali siamo, di scoprire che il tema che avrebbe accomunato sia la parte giornalistica sia quella di scrittura sarebbe stato il cibo; mentre noi ci saremmo concentrati sulla scrittura giornalistica e sulla scrittura creativa, altri due gruppi avrebbero lavorato in lingua francese e in lingua spagnola.
D’altro canto pensate a noi poveri studenti che, dopo sei ore di estenuanti lezioni, dopo aver mangiato in tutta fretta un panino, ci ritrovavamo per due ore a parlare e scrivere di cibo nella musica, cibo nell'arte, cibo nelle culture, cibo sano, cibo spazzatura, cibo nel cibo… penso di essere ingrassata solamente scrivendo gli articoli per il blog della scuola.
Tuttavia i veri problemi sono iniziati quando ci è stato chiesto di scrivere il copione per uno spettacolo teatrale che poi avremmo anche dovuto mettere in scena. Abbiamo unito la nostra voglia e la nostra capacità di scrivere racconti al metterci in discussione: chi ha recitato non è un attore di professione. Certo, siamo stati guidati, corretti, consigliati e aiutati da adulti, ma noi siamo tutti studenti! È stato impegnativo, divertente e a tratti imbarazzante, ad esempio quando i personaggi si dimenticavano le parti, quando si sbagliava oppure ancora si rideva  senza motivo. Silenzi imbarazzanti, gaffe e figuracce, eppure, ve lo assicuro, sentire il pubblico applaudire senza sosta e ridere di gusto ha ripagato tutti gli sforzi fatti. “Non è stato facile – commenta Sara Torriani (1B AFM) – perché ci siamo dovuti fermare a scuola trenta ore in più e perché abbiamo dovuto scegliere le musiche, studiare le parti e provare lo spettacolo. Devo dire però che ci siamo divertiti molto: truccarci, gonfiare e sgonfiare i materassini, smorzare la tensione insieme. È sicuramente stata un’esperienza bella e formativa”. La pensa allo stesso modo anche Francesco Napoli (1A AFM), secondo cui “è stato bellissimo recitare insieme ai miei amici, è la cosa più divertente”, anche perché salire sul palco è  sempre un’emozione. La cosa più bella è quando, dopo aver recitato, gli spettatori ti fermano per dirti che sei stato grande, che sei stato stupendo. Capisci di aver fatto centro! Quando, mentre reciti, il pubblico ti applaude è bellissimo, è un’emozione fortissima”. Per Sara il PON è stato l’occasione per “imparare a collaborare con gli altri e a mettermi in gioco con tutta me stessa. Anche se all’inizio non ero convinta di partecipare, mi sono dovuta ricredere: abbiamo sconfitto insieme la timidezza di qualcuno, trovato nuove amicizie e rafforzato quelle vecchie. Sono felice di aver partecipato a questo progetto: impegnativo, costruttivo, divertente… in una parola nostro!”. Un’iniziativa, commenta Francesco, “interessante sia dal punto di vista emotivo, perché con il teatro una persona timida  può sconfiggere la ritrosia, sia dal punto di vista intellettuale perché prima del percorso teatrale c’è stato un percorso formativo sulla scrittura”.
Lungo il cammino siamo stati aiutati molto anche dai prof, per questo abbiamo chiesto un commento alla prof.ssa Giulia Cotta Ramusino: “L’esperienza come Tutor è stata nel complesso positiva, nonostante il lavoro abbia subito diversi cambiamenti, dovuti anche al succedersi di docenti che sono stati coinvolti nelle varie fasi, dalla progettazione all'evento finale. Ho trovato particolarmente gratificante vedere l’impegno profuso dagli studenti, coinvolti in orario extrascolastico per un lungo periodo”.
Electra Arduini, I A afm

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